LEGGENDE E CURIOSITA' DEL TERRITORIO DI TERMINI, CEFALU' E MADONIE - Rubrica di Esperonews.it
Nel 1306, a Palermo, in seguito all'apparizione della Vergine al padre agostiniano Nicola La Bruna, fu istituito il culto della beata Vergine Maria del Soccorso o Succurre Miseris ( uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, Madre di Gesù). Secondo la tradizione, il monaco affetto da un male incurabile e ormai in fin di vita, fu guarito dalla Madonna, che in cambio gli chiese di diffondere la notizia del miracolo. Un altro dei titoli, che i fedeli utilizzano per indicare la SS. Vergine è quella di "Madonna della Mazza", che deriva dalla tradizione iconografica, di raffigurare la Vergine nell'atto di bandire una piccola clava, per percuotere il demonio che si rannicchia terrorizzato ai suoi piedi. A Caltavuturo, invece la devozione alla Madonna del Soccorso, affonda le sue origini alla fine dell'Ottocento. La statua lignea è custodita nella Chiesa di Sant'Agostino, curata dalle suore Collegine. La comunità caltavurese festeggia la propria patrona nel giorno 10 di settembre, con la suggestiva processione. Il bel simulacro della Madonna del Soccorso viene fatta uscire dalla propria Chiesa, avvolta in un bianco lenzuolo, per far si che non venga toccato da alcuno. Unica festa gemellata con la città di Sciacca. Decisamente ancora più emozionante è il rientro della Vergine. Oltre Caltavuturo, sono tre i Comuni siciliani che venerano la Vergine del Soccorso, come Santa Patrona: Castellammare del Golfo, Racalmuto e Sciacca. In particolare, in quest'ultima comunità, la devozione è legata ad una prodigiosa liberazione dalla peste, avvenuta il 2 febbraio 1626. Tutt'oggi un antico simulacro della Madonna della Mazza, viene custodito anche a Gratteri, all'interno della Vecchia Matrice. In passato, diverse sono state le ipotesi avanzate sulla provenienza di tale simulacro che tra i fedeli, ha sempre suscitato un alone di mistero. Alcuni tra i più anziani sostenevano, che la peculiare immagine della Vergine, provenisse direttamente dall’antica Abbazia nel bosco di S. Giorgio, appartenente all’ordine dei Monaci francesi dei Premostratensi. Dalla consultazione dei Riveli invece, antichi documenti che si conservano presso l’Archivio di Stato di Palermo, appuriamo già dall’anno 1623, la presenza di un quartiere che gravitava attorno ad una chiesa di Santa Maria del Soccorso: “Laurenzo Cirrinciunj tiene una casa terrana, dove habita existenti in questa terra nella q.ta di Sta Maria conf. di Lonardo Vaccaro et di Vincenzo Mansella” (Archivio di Stato-Palermo, Riveli Tribunale Real Patrimonio, V. 1171, f. 663, anno 1623). Secondo P. Di Francesca, l’omonima chiesa venne edificata all’incirca durante il secolo XVI (P. Di Francesca Gratteri, 2000, p. 35). Da un atto redatto nel 1659, sappiamo anche che “Dal quartiere del’Ospedale si andava alla chiesa di S. Maria del Soccorso, attraverso la “strada pubblica” (Di Francesca 2000, p. 69, nota 65). Essa quindi, doveva essere ubicata poco lontano da un quartiere chiamato dell’Ospedale. Il toponimo, già attestabile dai Riveli del 1584, rimanderebbe all’esistenza di un ospedale: “Antonella di Angelo, capo di casa, rivela una casa existenti in questa terra et nella strata di lo spitalj” (Archivio di Stato-Palermo, Riveli Tribunale Real Patrimonio, V. 1166, anno 1584) In mancanza di altri dati, si può ipotizzare che esistessero dei locali adibiti ad “ospitare” e curare poveri e indigenti (Di Francesca 2000 p. 69, nota 64). In realtà, la presenza di uno hospitali per pellegrini potrebbe essere ricollegabile alla significativa presenza sul territorio dei Cavalieri di Malta, nati come Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni Battista di Gerusalemme (Vedasi articolo di M. Fragale, Gratteri: la leggenda della truvatura di S. Giorgio tra Premostratensi e Cavalieri di Malta, in Esperonews - Leggende e curiosità del territorio). Oggi a Gratteri, a testimonianza dell’antico culto verso la SS. Vergine del Soccorso, resta purtroppo soltanto quella singolare immagine, chiamata dai gratteresi Madonna della Mazza che parrebbe provenire dalla eponima chiesa (oggi distrutta), presumibilmente ubicata non molto lontano dall’odierna Via Ospedale a comprendere il quartiere chiamato popolarmente di Gancigliu. Si auspica che, un giorno, l’immagine della SS. Vergine, possa di nuovo attraversare processionalmente le vie dell’abitato a soccorrere e ad elargire grazie a tutti i devoti in particolare di quel quartiere.