Il progetto "Giornalisti per un giorno" realizzato con i ragazzi della III A dell’indirizzo Informatico e Telecomunicazioni di Cernusco sul Naviglio - i quali muniti di registratore mp3, come dei veri giornalisti, sono andati a intervistare i loro nonni, i loro genitori e i loro parenti - si pone l’obiettivo di portare alla luce storie, testimonianze e ricordi di tanti uomini e donne che, a partire dal secondo dopoguerra, lasciarono i loro rispettivi paesi d’origine per trasferirsi e cercar fortuna a Milano.
Nell'anno scolastico 2013-2014 per coinvolgere i miei ragazzi di III A INFO ho cercato di proporre loro delle iniziative didattiche originali, come l'intervista diretta. Saper condurre un’intervista infatti, non solo è un passaggio indispensabile per arrivare a saper scrivere un pezzo, un articolo di giornale, ma rende i ragazzi stessi protagonisti indiscussi e attenti alle tematiche affrontate. Così, dopo aver fornito loro delle basi strutturali, fondamentali per portare a termine un’intervista, li ho messi subito a lavoro, attraverso esercitazioni in classe ed interviste immaginarie per testare le loro conoscenze e renderli sensibili su argomenti attuali. Dunque, dalle pseudo-interviste condotte a personaggi famosi contemporanei, siamo passati ad affrontare argomenti più sensibili svolgendo delle interviste immaginarie volte ad individuare le possibili difficoltà d’integrazione riscontrate da un extracomunitario nel nostro Paese o il senso della vita e la condizione degli emarginati sociali, i "barboni", il popolo degli invisibili che è troppo facile ignorare.
La seconda fase del lavoro, prevedeva invece un’intervista reale, perché bisognava mettere in pratica quanto teoricamente appreso. Quale miglior occasione se non quella di svolgere le loro prime interviste ai loro familiari, ai loro amici e parenti, favorendo l’incontro e la comunicazione tra le generazioni, per portare in luce testimonianze e valori di un tempo ormai quasi dimenticato e per far emergere tramite la loro storia, importanti elementi per mettere a confronto lo stile di vita di un tempo e quello delle nuove generazioni. A tal proposito, bisogna riconoscere che i ragazzi, anche se alle prime armi, sono stati in grado di portare a termine delle simpatiche interviste, riuscendo anche a riscoprire le loro radici e l’attaccamento alla loro terra d’origine.