Un progetto multiculturale e multilinguistico alla scoperta dell’Europa, dei suoi sapori e delle sue bellezze. Un viaggio immaginario unico e indimenticabile condotto dagli studenti della 2^ F Linguistico insieme al loro professore di geostoria. Così nasce “Da Nord a food!”, un percorso sperimentale proposto dal prof. Marco Fragale ai suoi studenti dell’Istituto Artemisia Gentileschi di Milano.
Il progetto si sviluppava in esposizioni chiamate meeting durante le quali gli studenti, divisi in piccoli gruppi, dovevano presentare ai propri compagni dei pacchetti viaggio, come un tour operator utilizzando oltre alla propria lingua madre almeno una seconda lingua. Un lavoro di team per imparare fin da adesso le dinamiche del mondo del lavoro che ha permesso ai ragazzi di studiare insieme e proporre poi un itinerario inusuale che inglobasse mete naturali e culturali, nonché le tradizioni e i sapori dell’Europa. Dai paesi balcanici a quelli atlantici, dai fiordi del nord ai paesi dell’est, insomma un vero e proprio tour immaginario seduti sui banchi di scuola. Ed è stato proprio il cibo una delle parti più importanti del progetto che gli studenti hanno preparato a casa e portato in classe. Ogni volta un tavolo ben allestito per la presentazione di oggetti, piatti ed indumenti tradizionali di uno o più paesi presentati.
Così raccontano gli studenti in un coinvolgente videoclip da loro realizzato: “Grazie al cibo ci siamo sentite più coinvolte nelle varie presentazioni e abbiamo potuto assaggiare, per ogni esposizione, un mix di sapori come le sarmale, gli involtini rumeni di carne e verza oppure i piatti dell’Islanda o i kurtos, dolci ungheresi alla cannella”. E ancora “Il cibo ci ha fatto viaggiare con la mente, come se fossimo davvero in quei luoghi, perché i sapori ti fanno entrare completamente nella cultura di cui si sta parlando”. Gli studenti di origine straniera inoltre, hanno avuto la possibilità di scegliere ed esporre alcune parti anche nella propria lingua madre come il cinese, il bulgaro, il romeno o il filippino utilizzando interpreti e traduttrici. “Io ho avuto la possibilità di parlare in bulgaro, la mia madrelingua” racconta Alessandra “è stato emozionante e Silvia, la mia compagna, è stata un’ottima traduttrice”. “Io ho esposto in cinese e un mio compagno di classe ha tradotto la mia parte” continua David Zhi “è stata una esperienza divertente e per me significativa”.
Conclude il prof. Fragale: “In queste attività, sono gli studenti i protagonisti indiscussi, che imparano uno dall’altro utilizzando metodologie cooperative e partecipative. Secondo un apprendimento peer to peer lasciano spazio alla loro creatività, allo scambio di idee, di strategie e dunque di soluzioni. Sicuramente tra le competenze trasversali riscontriamo la comunicazione nella propria lingua madre e almeno in una seconda lingua; le competenze digitali; imparare ad imparare nonché l’apprezzamento delle diversità culturali. Quindi si passa dal sapere fino al saper fare e dunque al saper essere cittadini del mondo. Il cibo senz’altro diventa perfetta metafora della comunicazione interculturale: nutrirsi simbolicamente della cultura di cui si sta parlando”.
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